LA STORIA

Storia dell’alpinismo alessandrino

1 gennaio 1928 si costituisce la Sezione di Alessandria del Club Alpino Italiano. Un piccolo gruppo di appassionati con Presidente l’avvocato Adolfo Boccassi inizia a organizzare e promuovere nel nome della nostra associazione, un’attività rivolta alla montagna. Alessandria è una città di pianura con un’economia prevalentemente agricola, lontana dai monti e dove le influenze e le tendenze dei centri importanti come Torino, Milano e Genova arrivano lentamente. La lontananza dalle Alpi e la difficoltà anche economica dei trasferimenti costituiscono una barriera importante alla diffusione di una cultura della montagna appannaggio di un’elite molto ristretta. Si sviluppa così un’attività sociale prevalentemente escursionistica e diretta spesso al vicino Appennino con qualche eccezione legata all’attività alpinistica di tipo individuale.

Negli anni successivi il sodalizio deve anche cambiare denominazione per ottemperare alla politica di “italianizzazione” dei nomi. Alla fine della seconda guerra mondiale tutto ritorna alla normalità con la ripresa delle consuete attività sociali. Si trattava tuttavia della vigilia di grandi trasformazioni sociali ed economiche che di lì a poco avrebbero coinvolto tutta la società e conseguentemente anche il Club Alpino Italiano. Il torpedone diventa uno strumento fondamentale per portare i soci in montagna con levatacce incredibili poiché la rete autostradale non è molto sviluppata. Lo sci in pista è a pieno titolo un’attività del CAI e solo successivamente nascono gli sci club dedicati. Dagli ambienti più all’avanguardia delle grandi città vicine ai monti incomincia a filtrare un approccio più alpinistico nella frequentazione della montagna e come sempre gli elementi più giovani della sezione iniziano a inseguire nuovi orizzonti. Il modello è pur sempre quello delle grandi spedizioni extraeuropee o comunque della salita di nuove vie sulle Alpi ma non ci si accontenta solo di ammirare i grandi scalatori e maestri di alpinismo, c’è un impegno diretto a scalare le cime prestigiose: i quattromila e non solo con piccozza e ramponi ma anche utilizzando gli sci.

In questo contesto è portata a compimento nel 1968, per i quaranta anni della fondazione della sezione, una spedizione alpinistica ed esplorativa in Groenlandia. Vette e ghiacciai mai percorsi, sono saliti e attraversati da un gruppo di giovani che si era forgiato in quegli anni e che con scarsi mezzi e tanto coraggio riuscirono in un’impresa d’importanza equivalente a quelle delle più rinomate sezioni del CAI.

Intanto le trasformazioni nella società danno un grande impulso alla mobilità e i soci che raggiungono i monti per escursioni e scalate diventano numericamente importanti. Negli anni settanta cambia anche l’approccio all’arrampicata. Il mitico VI grado non è più un limite. Nuove tecniche che filtrano dal mondo anglosassone sono rapidamente recepite e all’inizio degli anni ottanta si diffonderanno le “scarpette” di arrampicata, il simbolo del nuovo che avanza.

La richiesta di formazione per affrontare con tecniche appropriate le salite, diventa indispensabile. Sono organizzati dei corsi di alpinismo e scialpinismo con istruttori addestrati e certificati a livello regionale e nazionale. Tutta l’attività di formazione deve essere omogenea e di livello adeguato e la nascita di scuole come quella intersezionale della nostra provincia: l’Alphard, risponde a questa esigenza.

Nel 2008 in occasione dell’ottantesimo della fondazione, viene organizzata un’altra spedizione. Sono le nuove leve che hanno raccolto l’eredità degli uomini della Groenlandia. La spedizione è alpinistica ed escursionistica per ben rappresentare tutte le componenti della sezione. Vengono salite in Perù nella Cordillera Blanca tre cime oltre i 5500 m. Una di queste cime non è mai stata raggiunta prima nel Nevado Perlilla e sarà chiamata Cumbre Alessandria a ricordo di quella della Groenlandia.

A dimostrazione che l’impegno di molti soci è continuato nel tempo in maniera solerte e incessante nel 2018 in occasione del novantesimo con la partecipazione corale di un numero elevato di associati, sono state salite le cime più alte delle 20 regioni del nostro paese, dal monte Bianco in val d’Aosta al monte Cornacchia in Puglia. La sezione di Alessandria si è trasformata da quel gruppetto di appassionati che si ritrovavano per fare qualche escursione sull’Appennino, in un’organizzazione strutturata per insegnare ad andare in montagna in sicurezza anche ai livelli più importanti. Possiamo vantare un’attività sociale e di formazione che comprende l’alpinismo, lo scialpinismo, l’escursionismo estivo e invernale con le racchette, la mountain bike, le ferrate. La locale delegazione del soccorso alpino nata negli anni novanta vanta numerosi nostri soci. Una certezza ci ha accompagnato in tutti questi anni: frequentare la montagna in sicurezza e tecnicamente preparati.

Per chi volesse approfondire la storia, consigliamo la lettura del libro coordinato da Bruno Penna, che raccoglie una grande mole di fatti storici, interviste, storie, etc. e immagini d’altri tempi. “CAI Sezione di Alessandria 1928 1998” pubblicato in occasione del 70° compleanno nel 1998.